martedì 30 aprile 2013

Pasta porri, panna, salmone e gorgonzola.

Eccomi qua, rischiavo già di far passare in cavalleria il nostro pranzo di domenica... come dire, la costanza nelle cose non è proprio il mio forte. Domenica, in preda alla disperazione per avere la fogne intasate (fortunatamente all'esterno di casa) ed in attesa del ragazzo dell Dyno Rod che venisse a metterla a posto, con le finestre sigillate (mancava solo che chiudessi ogni spiraglio con il silicone), ho partorito questo piattino.  Mentre stavo preparando una semplice pasta panna e salmone (in realtà avevo già messo i porri) mi è venuta l'illuminazione ed ho chiesto sostegno a Davide:
"Davy, che ne dici aggiungo gorgonzola? Secondo te ci sta bene?"
"No"
"Mi sa che aggiungo il gorgonzola, secondo me ci sta bene, che dici?"
"No, non metterlo"
Ci siamo scambiati uno sguardo e...
"Ok, mettilo se vuoi metterlo"
A 'sto giro non mi sono sbagliata e Davy si è leccato i baffi, chiedendo pure il bis (che però non c'era :/).

Pasta con panna, salmone, porri e gorgonzola.
Per 2 persone:



150g farfalle integrali
75ml panna fresca
75g circa di salmone affumicato + 25g per decorare
1/2 porro piccolo
40g gorgonzola piccante + 15 g per decorare
olio evo q.b.
sale q.b
pepe q.b.

Come al solito non seguite le mie dosi alla lettera dato che sono un po' approssimative, ovviamente l'assaggio del condimento è il miglior modo per definire le dosi che servono ;).
Premetto che io ho usato le farfalle integrali non per una scelta ben definita, ma perché era l'unico formato di pasta corta rimastoci a casa (se proprio vogliamo essere precisi: detesto le farfalle e le compro solo per fare il pranzo per Davy, pasta fredda da portarsi al lavoro). Qualunque pasta ci sta bene, a condizione che sia corta (si amalgama meglio).
Iniziamo! Ho tagliato a rondelle la parte bianca del porro e l'ho fatta soffriggere con olio, salata e cotta sino a che non è diventata trasparente ed anche un po' bruciacchiata, leggermente eh, non troppo. Dopodiché ho frullato il porro con la panna. A parte avevo tagliato circa 75g di salmone a pezzettini, in modo che si sfaldi per bene nella panna. Si mette a cuocere il tutto sinché non sta quasi per bollire, poi si aggiunge il gorgonzola, si spegne e si lascia sciogliere. Nel mentre si prepara la pasta, solita trafila, si porta ad ebollizione acqua, si sala, si cuoce la pasta e si scola, niente di trascendentale, conviene lasciarla al dente perché poi si ripasserà in padella per un minutino con il condimento (giusto per amalgamare i gusti). Riaccendere il fornello della padella con panna, salmone ecc. e unire la pasta. Una volta amalgamato il tutto ed impiattato, a crudo si aggiunge il salmone affumicato tagliato a coltello con il gorgonzola (o la zola che dir si voglia), poi si mette sul cucuzzolo del piatto di pasta, si pepa a piacere. Mescolate e mangiate. Et voilà.
E' un piatto a mio parere molto buono, il gorgonzola si unisce bene agli altri gusti, senza coprirne il sapore.

Finalmente si stanno risolvendo un po' di cose: fogne messe a posto, rinnovo contratto affitto firmato e, finalmente, questo we tornerà a casa la nostra macchinetta: è rimasta in Italia perché, in un impeto di fortuna, il mio ragazzo ha perso il portafoglio (oltre ad altri milioni di cose successe in quei giorni) quindi, senza patente e con un permesso di guida valido solo in Italia non era il caso di percorrere 1350km. Anche perché io guido, ma non è che sia proprio Senna, e dopo aver fatto incidente con una macchina non mia preferisco non ripetere l'esperienza sinché non avrò un po' di soldi per poter ripagare i danni. Come ciliegina sulla torta settimana scorsa hanno chiamato i genitori di Davide per dire che avevano ritrovato il portafoglio, ma hanno dovuto lasciare la patenta là, sul tavolo, perché la denuncia era già partita. Siamo in attesa del duplicato, speriamo non arrivi in tempi biblici. Termino qua e mi preparo psicologicamente per l'esperimentino che ho in mente per stasera. Have a nice day.

PS: Sentitevi pure in diritto di chiamarmi Mano ferma d'ora in poi, la foto con l'ipod non è proprio il massimo, ma si capisce un minimo come era il piatto :)

sabato 27 aprile 2013

Questo blog nasce per gioco o meglio, faccio di necessità virtù. La necessità è quella di mettere per iscritto le ricette che, man mano, sperimento dato che penso sempre che lo farò in un secondo momento, ma questo momento non arriva mai. Mi auguro che l'impegno del blog mi spinga a dedicarmici con costanza (che, ahimè, non è il mio secondo nome...) e mi tenga compagnia in queste lande piovose. Ormai vivo in Inghilterra, a Southampton più precisamente, da 6 mesi e la cucina per ora è la mia unica compagnia durante le lunghe giornate (mentre il mio fidanzato lavora)... a breve le mie giornate penso, e spero, non saranno più così vuote dato che mi devo dare al jobhunting come se non ci fosse un domani. Il 18 aprile sono finalmente giunta al traguardo della laurea, dico finalmente perché ce n'è voluto di tempo, ma sono soddisfatta di ciò che l'università mi ha portato in questi anni: delle amicizie profonde, dei bellissimi viaggi e la possibilità di conoscere Davide (ok, non ci siamo conosciuti tramite l'università, ma se non avessi vissuto in Lombardia, senza ombra di dubbio, la nostra storia non sarebbe decollata). La tesi finale trattava della cucina giapponese e questo mi ha spinto a sperimentare un po' di più di quanto non facessi prima (si sa, vedere documentari, telefilm e riviste sul cibo fa aumentare la salivazione in maniera ragguardevole... quindi ho dovuto, per amor nostro, provare nuovi piatti!). Per ora nessuno sa di questo blog, prima di spargere la voce preferisco che decolli (nel senso: vorrei metterci su almeno 5 ricette, non dico tanto). Allora... iniziamo subito con la prima ricetta. Ah, avviso chiunque sia alla lettura che, purtroppo, io vado molto ad occhio e sopratutto sperimento un sacco, ma prometto che cercherò di fornire le dosi (per i dolci lo farò sicuramente).

Un piccolo appetizer, semplice semplice semplice, ma che farà fare senza dubbio una bella figura:

Agedashi dōfu ossia tōfu fritto:
In Giappone si usa condire il tōfu fritto con una sorta di salsina particolare, ma io trovo che sia buonissimo con la salsa agrodolce piccante cinese (in realtà così l'ho assaggiato al mio giappocinese di fiducia in Italia). E' una ricetta estremamente facile e che piace anche a chi non gradisce il tōfu. Si tratta semplicemente di prendere il proprio panettino di tōfu e metterlo a scolare, per far sì che perda la propria acqua, se possibile in uno strofinaccio bianco, altrimenti basta anche dello scottex che però dovrete cambiare spesso e di metterlo sotto un peso, non troppo pesante sennò si sfalda, per una mezz'oretta buona. Una volta che il tōfu avrà perso la sua acqua lo si taglia a dadini delle dimensioni che si preferiscono: secondo me l'ideale è tagliarlo ad una misura di 4x3x3 (so che sono misure approssimative, ma fate in modo che non siano troppo piccoli né troppo grandi, approssimativamente dovreste riuscire a mangiarli in uno o due bocconi) e lo si passa nella fecola di patate o nella maizena (amido di mais). Nel frattempo si porta ad una temperatura di 180 gradi circa l'olio per friggere, scegliete voi l'olio con cui vi trovate meglio (l'ideale sarebbe non utilizzare l'olio di oliva perché potrebbe avere un sapore troppo forte) e, una volta pronto, pochi pezzi per volta immergere il tōfu nell'olio. Non appena sentirete che la maizena si è trasformata in una crosta tirate fuori, ci vuole veramente poco (comunque non preoccupatevi perché il tōfu non ha bisogno di cuocere, e scolate su carta assorbente. Dopodiché ricoprire con la salsa agrodolce piccante e lasciar raffreddare un po' (il tōfu sarà alla temperatura della lava dentro). 

Per quanto riguarda la salsa agrodolce piccante io la compro già fatta, ma ho trovato su un altro blog una ricetta che mi pare buona (dovrò sperimentarla!). Più precisamente qua: http://www.kitchenjournal.it/?lang=it&p=896.

Salsa agrodolce piccante:

1/2 tazza d’aceto di vino bianco
1/2 d’acqua
3 cucchiai di zucchero
1 spicchio d’aglio tritato
1/2 cucchiaio di peperoncini secchi tritati
1 e 1/2 cucchiaio di amido di mais con 4 cucchiai d’acqua
Per la salsa, portate a ebollizione l’acqua, l’aceto, l’aglio, il peperoncini tritati, e lo zucchero. Dopo 10 minuti ( o quando ridotto della metà ) aggiungere il mix di amido di mais e acqua ( a parte a freddo 1 cucchiaio e mezzo di amido con 4 d’acqua). portare a ebolizione per altri 2 min. girandolo con una frusta. Servire tiepida o fredda.

Per quanto riguarda il tōfu invece non ho messo dosi, quelle dipendono da quanto ne volete magnare e da quanti siete: in ogni caso un panetto da 250g basta per fare un antipasto abbondante per 4 persone, per la maizena vi regolerete voi, basta ricoprire e poi scuotere l'eccesso :).

Buona giornata a chiunque legga e buon inizio avventura a me.

Questa foto è stata fatta tempo fa, non con lo scopo di essere messa su un blog... è giusto per dare un'idea di come uscirà. Non lasciatevi scoraggiare dall'immagine eheheh